lunedì 8 febbraio 2010

IL GIOVANE E IL MONTE

Un giorno di due anni fa, sul monte Olimpo, in Grecia:
pausa dagli stravizi, momento ascetico improvviso.

Lì con un amico polacco che appena conoscevo,
tre ragazzi slovacchi conosciuti quella mattina stessa;

ad un punto della scalata ci fermammo in una baita
e da fuori il rifugio spuntò un giovane uomo ellenico

(capelli lunghi neri e il volto severo di solitudine)
che dall’alto dei suoi silenzi mi fa un cenno rapido col capo:

con epifania di esistenze, mi si dischiusero nuove porte...

5 commenti:

  1. brucerai all'inferno o marcirai nel limbo, pagano!

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  2. forse ho ancora una speranza, quella di incontrare Beatrice...

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  3. stolto umano, il misero Dante era perso in una confraternita e quanto scrive è meramente esoterico, non divino! allegoresi, non divinazione!

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  4. Mi sembrano parole un pò troppo auliche per un Dio che dovrebbe parlare agli umili...Spero di non essere fulminato...

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  5. come osi mortale??? dimentichi che sono il Verbo!!!

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